Abitare il Paese – La cultura della domanda
Il progetto Abitare il Paese promuove una cultura della domanda sulla ricerca del senso della città attraverso un percorso di co-progettazione territoriale che coinvolge bambini e ragazzi delle scuole italiane, insegnanti e architetti.

La marginalità sociale è uno degli effetti della disparità urbana a livello globale: non essere pensati come cittadini alimenta l’esclusione e la discriminazione. Nasce così l’esigenza di avviare una ricerca che veda come primi protagonisti i bambini in quanto cittadini del presente, fruitori e autori di vissuti in città. Il loro coinvolgimento non è nella progettazione, ma nella partecipazione alla ricerca del senso della città, luogo delle relazioni e degli incontri, del quotidiano e dell’affezione.









In 33 territori pilota italiani, bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni insieme a tutor e architetti iniziano un percorso dialogato di riflessione sulla città del futuro.
Camminare, attraversare i quartieri e osservare il proprio territorio è stato il punto di partenza della ricerca sul senso della città: ognuno secondo il proprio vissuto, i propri ricordi, adulti e bambini insieme. Dalle tracce e dagli indizi raccolti sono nate mappe e grafiche con possibili spunti per il futuro della propria città, esposte a maggio 2019 a Roma in occasione dell’incontro conclusivo del primo anno di progetto.
«È importante che l’architettura entri nelle scuole per generare una cultura della domanda di architettura, a partire dall’idea che le persone e tra queste prima i bambini e i ragazzi siano al centro del progetto città.»
Giuseppe Cappochin Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti

Le domande e le riflessioni emerse durante il percorso sono state motore per il rilancio della seconda edizione del progetto di ricerca per l’anno 2019-2020.
Il Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori in dialogo con Fondazione Reggio Children ha aperto la seconda edizione del progetto per continuare ad accrescere la consapevolezza che l’architettura debba essere considerata un bene collettivo, a partire dai bambini e dai ragazzi.
Anno 2018/2019
33 territori pilota
100 architetti
1600 bambini e ragazzi tra i 3 e 18 anni
53 scuole
Anno 2019/2020
126 architetti
1396 bambini e ragazzi
62 scuole
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