Rigenerazioni - le storie: Stefania
Una casa come punto di riferimento per creare rete nel quartiere Santa Croce

Stefania* è un architetto, specializzata per passione nella ristrutturazione e nel recupero di edifici già esistenti, che solo necessitano di essere scoperti, curati e recuperati.
E cosi è stato anche per casa sua.
Si è trasferita a Reggio Emilia cinque anni fa e da due ha scelto di vivere nella zona di Santa Croce, “il quartiere più metropolitano della città”, occupandosi in prima persona della ristrutturazione di un edificio degli anni 30, ex casa di ferrovieri, recuperando dove possibile ciò che negli anni era stato coperto o parzialmente negato.
Da qualche mese Stefania ha finalmente potuto inaugurare un progetto che da troppo tempo, a causa delle conseguenze della pandemia, aveva dovuto rimandare.
Con “Le Officine – Spazio Dedicato”, lei e il suo compagno musicista decidono di aprire la loro casa al quartiere (da qui il nome “Le Officine” da Le Officine Reggiane) e alla città per eventi e incontri dove poter discutere ogni volta una tematica differente, osservandola da più punti di vista (a livello artistico, culturale, sociale).
Il loro scopo è quindi quello di creare un tipo di socialità che non sia solamente legata al mero consumismo ma che diventi occasione per creare comunità attorno ad un tema.
“La mia casa vuole quindi essere un punto di passaggio, aperto, per creare rete”.
Ed è proprio qui che l’impegno di Stefania nel suo nuovo quartiere si incrocia con quello del progetto Rigenerazioni, che attraverso un percorso partecipato e inclusivo di appuntamenti e laboratori sui temi delle buone pratiche di sviluppo sostenibile si pone l’obiettivo di contribuire a ridare voce e protagonismo al quartiere Santa Croce di Reggio Emilia.
Grazie al passaparola con altre persone che vivono e lavorano sul quartiere, Stefania è venuta a conoscenza di “Rigenerazioni” e ha partecipato a uno dei primi incontri conoscitivi, attratta principalmente dal fatto che già conosceva il Centro Remida di Reggio Emilia, uno degli enti promotori del progetto.
Il Centro Remida di Reggio Emilia è un progetto e un luogo in cui si fa ricerca sulla sostenibilità e creatività a partire dai materiali di scarto industriali: tematiche che Stefania condivide e cerca di portare avanti anche nel suo piccolo, sia nell’ambito lavorativo che personale.
Sapere che Remida si trasferirà nei prossimi mesi proprio vicino a casa sua, ha reso Stefania doppiamente interessata al progetto, sia perché ritiene che l’edificio che ospiterà la nuova sede del Centro sia “uno dei più belli del quartiere, a livello plastico e urbano” ma soprattutto perché fermamente convinta che Santa Croce sia un quartiere dinamico, in trasformazione, “che per tipologia di abitanti e per ciò che verrà realizzato ha una vocazione metropolitana”.

Il fatto che i primi incontri di Rigenerazioni abbiano richiesto il coinvolgimento dei cittadini è per lei un chiaro segno di maggiore apertura nei confronti della città e di chiunque voglia avvicinarsi alle tematiche della sostenibilità e della rigenerazione, proprio come le iniziative di apertura della sua casa.
“Io non cambierei proprio niente di Santa Croce, potenzierei ciò che già c’è”, dice Stefania, convinta che i primi passi che il progetto Rigenerazioni sta muovendo nel quartiere stiano andando nella direzione giusta nel dare valore a ciò che già di bello il quartiere può offre.
Stefania è entrata a fare parte del gruppo di lavoro del progetto - composto da privati cittadini, enti e associazioni del quartiere - che nei prossimi mesi si incontrerà a cadenza settimanale per definire le prossime azioni di coinvolgimento che verranno realizzate sul quartiere.
Proprio per le affinità tra le sue passioni e le tematiche che il progetto vuole portare avanti, Stefania ha inoltre deciso di dare la sua disponibilità per realizzare e condurre laboratori sulla costruzione di oggetti di design da materiali di scarto e recupero, ospitando alcuni appuntamenti anche nello spazio aperto di casa sua.
“Io non sono reggiana di nascita, vivo a Reggio Emilia da cinque anni e poco più, ma la prima percezione che ho avuto di questo quartiere è che è un quartiere assolutamente vitale, è interessante cosi com’è, non lo trovo un quartiere degradato.
È vero, ci sono alcune criticità ma allo stesso tempo è in atto una trasformazione evidente quindi probabilmente si risolveranno alcune questioni legate allo spaccio e al degrado.
È vitale perché ci abitano cittadini storici, famiglie immigrate e straniere, ci sono tantissime associazioni, centri promotori di cultura, tantissime professioni religiose differenti. C’è veramente un sacco di vita, e tutta questa dinamicità e mescolanza lo rendono quasi paragonabile a un quartiere di una metropoli.”
L'auspicio di Stefania è che il progetto contribuisca finalmente a diffondere una narrazione positiva di Santa Croce, per dare il giusto valore alle diversità e voce alle mescolanze che lo compongono e che ne fanno la sua ricchezza.
*nome di fantasia
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